Cari/e Colleghi e Colleghe,
quelli che vedete riportati sono i dati relativi all’adesione nel nostro Istituto allo sciopero proclamato dalla Flc-Cgil e da altre sigle sindacali il 31/10 scorso: dati alla mano, tra docenti e personale ATA, 23 lavoratori del CPIA1 su 63 hanno aderito a questo fondamentale momento di mobilitazione. A questi colleghi va innanzitutto un sentito ringraziamento per aver creduto e partecipato alla battaglia politica che il nostro Sindacato continua a portare avanti. Se a livello nazionale la percentuale di adesione allo sciopero fosse stata la stessa del CPIA1 (36.5%), o almeno della Toscana (20%, 14% dei docenti, 26% degli ATA), la voce del mondo della scuola forse sarebbe tenuta in maggiore considerazione dai decisori politici. Pur non avendo ancora i dati definitivi a disposizione, è assai probabile che la percentuale di aderenti in tutte le 8200 scuole d’Italia si aggiri intorno al 6% del personale o poco più: si tratta di un dato che non ci soddisfa e che toglie forza alle nostre rivendicazioni. Riteniamo pertnto di condividere con voi alcune considerazioni.
Nelle assemblee che periodicamente la Flc-Cgil tiene con i lavoratori della scuola, alcuni dicono che il sindacato non dovrebbe scioperare perché «non ha senso» nel nostro comparto. Altri sostengono invece che il sindacato dovrebbe addirittura adottare iniziative più drastiche e impattanti, ossia «bloccare la scuola». A primi rispondiamo che iniziative "alternative" tipo petizioni fanno il solletico a chi ignora persino centinaia di migliaia di firme raccolte per chiedere importanti referendum. Ai secondi ricordiamo che un settore dove sciopera a stento il 10% dei lavoratori difficilmente risponderà a sollecitazioni ben più "impegnative" come il blocco degli scrutini, la non assunzione di funzioni, ruoli, ecc.
Un dato emerge ormai abbastanza chiaramente. Sciopera soprattutto il personale di ruolo del centro-nord Italia. Con il paradosso che l’ultimo CCNL ha portato sostanziali miglioramenti ai docenti precari (vedi i tre giorni di permesso retribuito) grazie anche allo sciopero dello scorso anno e che uno dei punti dello sciopero ultimo era dire no all’autonomia differenziata nella scuola, sistema che potrebbe penalizzare più di tutti i colleghi del Sud. Probabilmente è necessario rivedere qualcosa a livello di comunicazione, e anche alla luce di ciò vi chiediamo di partecipare il più possibile alle riunioni sindacali (martedì 26 novembre al Russell-Newton sarà presente anche il segretario generale Landini) e di spingere a farlo anche i colleghi più "distratti".
C’è un ultimo aspetto che merita attenzione. I lavoraori della scuola e le loro istanze sono quanto mai frammentati: non solo perché negli ultimi tempi gli altri due sindacati confederali stanno o flirtando con un governo che non investe nella scuola e nella formazione (Cisl) o provando a ritagliarsi una effimera visibilità (la Uil Toscana ha addirittura pensato di indire un’assemblea proprio il 31 ottobre …) ma anche per il proliferare di scioperi indetti ogni due settimane da sindacati che rappresentano lo 0, … %, i quali non producono alcun risultato se non indebolire le rivendicazioni collettive e aumentare l’idiosincrasia di famiglie e studenti, che dovremmo invece portare dalla nostra parte.
Una cosa però ci sentiamo di dire. Probabilmente uno dei motivi per cui molti colleghi non scioperano mai è anche da ricercare nelle condizioni di lavoro e nei livelli di reddito che ha assicurati, evidentemente non così penalizzanti da spingere a incrociare le braccia per un giorno. E allora ci piace pensare che gran parte del merito di questo benessere sia riconducibile anche a chi ha firmato quei contratti collettivi nazionali di cui tutti beneficiamo, ossia (tra altri) la Flc-Cgil … Ci impegneremo comunque, con il nostro Sindacato, per migliorare. Ogni contributo, naturalemnte, è benvenuto. Buon lavoro.
S. Cambi
F. Dell'Aiuto
FLC-CGIL (CPIA1)